Wunderbar Wien! La mezza di Vienna

Quando avevo 8 anni associavo a Vienna queste cose qua: 1. La principessa Sissi-Schneider che corre in vestaglia per il castello; 2. Il concerto del 1° gennaio che alla marcia di Radetzki si battono le mani a tempo con l’orchestra anche da casa; 3. Mia nonna che come imprecazione diceva “porca Vienna festosa”, probabilmente un ricordo di sua nonna che era anti austro-ungarici.

Temo che da questa settimana abbinerò a Vienna ben altro. La macchina si avvia a gennaio, quando Silvio mi regala per il compleanno il pettorale per la mezza. Bella idea. Anche un libro era una bella idea. La voce si sparge e alcuni folgoranti ventilano l’idea di partecipare e di portare anche le famiglie dato il succulento ponte del 25 aprile. Per farla breve: 10 atleti e oltre 20 supporters. Non sto qui a dirvi quante folgo-riunioni sono state fatte per prenotare appartamenti, biglietti, parcheggi, musei, sappiate solo che è stata una cosa lunga. Intanto mi devo organizzare per lasciare il cane in collegio-canile, nonostante lui volesse seguirci come 21°supporter. Mi spara la faccia da cane bastonato ma sono inflessibile. Vai all’asilo, Yoghy.

Parto con la mia famiglia e i Moreni venerdì pomeriggio per la tappa a Villach (e abbassate le aspettative, è meno esotica di quanto si dica in giro) e ripartiamo sabato mattina per Vienna. Con scarso tedesco di sopravvivenza e un po’ di inglese troviamo appartamento e parking (“Otto Wagner Garage”!), il padrone di casa che chiamerei Otto è un settantenne che parla inglese. Gli abbiamo rivoluzionato un po’ la vita perché tutti i folgoranti alloggiano lì, siamo riusciti a finirgli l’acqua calda in un giorno, abbiamo spostato mobili da un appartamento all’altro, cucinato con le porte aperte ma fatto guadagnare parecchi scellini. Comunque, scarichiamo valigie e cibo per settimane perché siamo previdenti e inizia l’odissea: ritiro pettorali con deleghe di tutti quelli che arriveranno dopo. La destinazione è pressoché ignota ma tanto la nostra fermata della metro è chiusa per restauro. Penosa passeggiata con bambini stanchi alla ricerca di un’altra stazione, della biglietteria, della direzione giusta da prendere, poi del bus da beccare, poi della fermata in cui scendere e infine di Silvio! Eccolo! Lo ripeto per sicurezza: sono qui per lui, bella idea Silvio. Ritiriamo i pettorali in un attimo nel fantastico Expo, ricco di stand e standiste sorridenti e severe. Decisamente meno ricco il pacco gara. La metto la foto? La metto.

Per tornare da Otto prendiamo due taxi, giusto per fare i signori. Il tassista è discreto e silenzioso, ogni tanto chiama la sua Amina ma per il resto ci godiamo Vienna passando per piazze enormi e sfiorando ciclisti e camion dei lavori in corso. Mi pare di essere in una puntata del Commissario Rex. Troviamo gli altri folgoranti per distribuzione pettorali e birretta austriaca. Prosit! La cena non è descrivibile. Alla base (casa Mila) i bambini sono su di giri e in 22 mq giocano a carte, nascondino, uno, calcio, barbie, lotta, maestre, salti, colorare, cluedo contemporaneamente. Noi grandi siamo tesi, la gara è domani. Carbo load con pasta e colomba di Pasqua (ciao, sarò la tua colazione fino a giugno) e buonanotte. Appuntamento alle 6.45 nell’atrio del condominio, Otto ci ha prenotato i taxi. La mattina tutti puntuali, ma un po’ ottusi, non riusciamo a capire come sia possibile che i taxi siano 2 e noi in 9 (capienza 5 persone + autista). Ma proprio non lo capiamo finchè non saliamo tutti e vediamo che nessuno è rimasto giù. Arriviamo fino al posto di blocco, il tassista chiede alla polizei se possiamo andare un pochino più avanti ma il polizeiotto gli dice qualcosa tipo “corrono 40 km, possono camminare 500 metri”. Beh, corretto. Formazione gara: per la mezza io, Alice, Sonia, Katia, Elisa; per la maratona Mila, Antonella, Diego, Moreno, Silvio. Ecco, per la privacy non posso dire chi, ma dico cosa ci portiamo dietro: tendinite alla caviglia, tallonite, contatto da streptococco, capogiri, attacco di panico, colite, pressione alta e reflusso notturno. E questi sono solo quelli che conosco. La metto la foto del lazzaretto? La metto.

Ci sono circa 30.000 persone. Pazzesco. Ma non stiamo stretti, il vialone è enorme. Consegniamo con calma le borse nei camion e ovviamente ci mettiamo in fila per i bagni. 45 minuti. Mila e Anto rinunciano, io e l’Ali stiamo lì a osservare gesti goliardici (2 ragazzi che scherzosamente si toccano più volte il pisello a vicenda) e purtroppo quello che ha usato il bagno prima di me era molto emozionato. Io e l’Ali ci affrettiamo alla partenza e arriviamo appena in tempo per l’ultimo fischio. Partite! Attraversiamo il ponte sul bel Danubio marrone, sottofondo musicale di Strauss e corriamo serene verso il Prater dove sorpresa! “Forza Folgoranti!” ci sono Marco coi bambini e Johnny! Bello, ci hanno caricate. Mi sembrano tutti molto professionali e concentrati, noi due invece sembriamo in ferie e molto distratte. Riconosciamo altre due italiane pisane perché anche loro stanno chiacchierando, il resto in silenzio. Mah.

Fa caldo e circa al 7° km io…ho un attacco di panico! Mi gira la testa e ho la nausea, mi sento soffocare. Lo dico all’Ali e lei mi calma, mi dice “mangia una caramella, e guarda, c’è Silvio!”. Mi passa tutto. C’è veramente Silvio ma non dovrebbe essere qui. Lui ha un dolore atroce alla caviglia e dice che deve camminare. Allora camminiamo. Con rammarico lui converte (di nuovo) la maratona in mezza e col corri-cammina ci portiamo avanti. Vienna è bella, però. Ha palazzi imperiali altissimi di fianco a opere del 21° secolo. Ci fermiamo un attimo perché ci facciamo superare dal vincitore della maratona (eh, ma per un po’ gli sono stata davanti). Tanta gente ha cartelli tipo “dai che la birra si riscalda” o ci dicono OP OP OP e SUPER (pronuncia Züpar), ma io sono proprio esausta. All’ultimo km corriamo con uno che con la chitarra (!) canta con noi Guantanamera, poi ecco l’arrivo. Mi viene da piangere. Prendo la mano dell’Ali dopo che abbiamo visto i nostri figli e con Silvio ci abbracciamo al traguardo. E ci danno la medaglia. Di legno. Lo riscrivo. DI LEGNO. Con in mano un sacchetto con acqua e banana cerchiamo le nostre sacche (ultimissimi pezzi) e ci cambiamo sul marciapiede. Raggiungiamo casa Italia.

Aspettiamo i maratoneti che freschi e sorridenti arrivano poco dopo. Cavoli, ogni volta peggioro la mia prestazione, che sia il caso di cambiare sport? Macchè, fra due settimane ho la mezza di Bibione. Dai che i bambini devono ancora mangiare e domani li portiamo allo zoo di Schönbrünn a vedere il capibara. Auf Wiedersehen.

FOLGO-VALUTAZIONE

Voto 10: alle famiglie che ci hanno accompagnato fino a qui per vederci passare il traguardo. Non è stato facile gestire il GREST.

Voto 10: ai miei genitori che gentilmente hanno ritirati Yoghy dal canile per prevenire la crisi da abbandono.

Voto 10: all’Alice che ha rallentato e mi ha salvata più volte. E a Silvio. Bella idea.

Voto 8: ai viennesi che mi volevano lanciare una lattina di birra dal 6° piano, fosse stato al 20 km ok ma era ancora troppo presto…

Voto 3: al pacco gara-ristoro-medaglia. Sono abituata a Cittadella, pacco gara imperiale.

Voto 3: a me. Sempre peggio. Sono proprio una tartaruga. La metto la foto? La metto.

Scritto da Lari

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