Folgorante una volta, Folgorante per sempre – Ultrabericus 2023

Ho già corso due volte l’Ultrabericus, in modalità Urban, una volta dritta e una storta. Mi pareva già di essere fin troppo brava, ma probabilmente no, non abbastanza ancora. Quest’anno ho pensato di iscrivermi alla gara Marathon con 43 km e 1500 m di dislivello. Non facile per me, direi anzi una vera impresa, ma l’incoscienza è una delle mie specialità.

Anche troppo velocemente arriva il sabato mattina, il giorno della gara. Mi parte sempre una forte emozione prima delle gare, quasi un’ansia, ma stavolta sono più sicura di me, e soprattutto so dov’è la partenza, e ci vuole anche poco da casa. Mi vesto leggera, vista la bella giornata e indosso i manicotti. Fondamentali, perché se è freddo li tieni su, se è caldo li abbassi, se hai il moccio li usi per il naso. E io il moccio ce l’ho sempre.

Prima di uscire di casa mi faccio rimbombare nelle orecchie Miley Cyrus con Flowers per svegliare l’energia che è in me.

La partenza in piazza dei Signori è uno spettacolo, circa 1200 atleti, pronti per l’avventura di oggi in una splendida giornata di primavera. Saluto chi conosco e che come me correranno per buona parte della giornata. Incontro la mia compagna di corsa Valeria, con la quale correrò tutto il tempo. E mi fotografo con il mio coach Jacopo, che invece partirà per la 65 km e chissà quando arriverà.

Si parte tutti assieme e si comincia a macinare strada salite, discese e zone pianeggianti. Le salite difficili le facciamo camminando tanto fretta non ce n’è, la strada è davvero tanta. Arrivata a Perarolo incontriamo Maurizio, gasatissimo che riprende col cellulare tutte le persone che conosce e le intervista.

Il tempo vola grazie anche alla mia compagna di corsa, Valeria. Si dovrebbe risparmiare fiato, ma due donne che corrono non possono stare zitte, e non parlano di scarpe da trail o di gare come fanno costantemente gli uomini. Si chiacchiera del più e del meno, anche dei nostri figli che almeno per mezza giornata abbiamo lasciato a casa.

E si corre, si corre nei boschi pieni di fiori, quelli di Miley Cyrus, che sta ancora cantando nella mia testa. Sono bellissimi: pervinche, violette, anemoni gialli, uno spettacolo per chi guarda in basso cercando di non inciampare e poi ci sono i primi ciliegi in fiore se riesci ad alzare lo sguardo e ammirare i bellissimi panorami che ogni tanto si aprono quando esci dalle valli e dai boschi.

Arriviamo al secondo ristoro con una bella faticata dopo il lungo salitone, dove mi sono anche tirata un rovo su un polpaccio. Beviamo e mangiamo. Incontro Stefania, sperando di prendere da adesso un vantaggio rispetto a lei, che invece era arrivata prima di me alla AIM. Dice che è stanca, forse ce la posso fare e allora via di corsa attraverso i campi in discesa e di nuovo boschi verso il lago di Fimon.

Quando lo vedi ti pare già di essere a buon punto, ma ritorna un’altra salita fino alla fontana dove ci fermiamo a bere. Si scende ancora fino a raggiungere la fine del lago e poi di corsa al terzo ristoro, quello di Torri di Arcugnano. Qui ci superano i primi della 65, sono davvero fortissimi, ma anche noi siamo forti, abbiamo ancora fiato, anche se mancano ancora una decina di chilometri. Infatti il percorso è un po’ più lungo, saranno 46 km abbondanti…che fregata. Mi è partito un male alla tibia, molto fastidioso, ma Valeria insiste, non possiamo camminare e ogni tanto si gira per incitarmi.

Ce la dobbiamo fare ormai non manca tanto, la strada da qui la conosciamo l’abbiamo fatta tante volte. Superiamo gli ultimi atleti più stanchi di noi nella valletta del Silenzio e arriviamo finalmente a scorgere il profilo della città poi le scalette di Monte Berico in discesa, le strade del centro e finalmente la Piazza….piena di gente che aspetta gli arrivi.

Arriviamo assieme correndo ancora per gli ultimi metri. Valeria mi prende la mano per alzarla quando passiamo sotto all’arco del traguardo, siamo arrivate, ci sembra incredibile.

La gioia, la soddisfazione e l’orgoglio di un obiettivo pensato, deciso e raggiunto sono davvero grandi e si leggono nelle nostre espressioni!!! Ad aspettarmi c’è mia figlia Vittoria che scatta le foto con il mio cane che probabilmente avrebbe voluto partecipare. E’ fatta! Abbiamo superato le 6 ore di gara, ma siamo arrivate e siamo felici!

Adesso finalmente possiamo riposare, ma presto penseremo ad un’altra avventura da fare assieme per volare con le gambe e con il cuore.

Margherita, ex Folgorante, ma sempre Folgorante dentro.

Cose da ricordare per una gara lunghetta:

  • Portare tanto da bere e da mangiare
  • Trovare qualcuno con cui chiacchierare e brontolare
  • Avere già in mente che devi faticare, ma comunque arrivare in fondo
  • Pensare che se stavi a casa ti toccava fare le pulizie
  • Ricordarsi che sarà l’ultima volta che farai una gara così lunga, tanto non è vero

Scritto dalla Marghe

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