Trail delle Creste Superstar

È difficilissimo correre una gara in agosto; soprattutto se a maggio, giugno e luglio hai partecipato a delle ultra che ti hanno tenuto via di casa svariate ore e, nel caso di LUT e Trans D’Havet, pure senza troppe soddisfazioni; che i figli sono sensibili e somatizzano i ritiri del genitore scarso.

Serviva quindi il Trail delle Creste, 20 km e 1550 D+, che non sono propriamente una passeggiata di salute, ma mettono abbastanza al riparo da abbandoni (a meno di con farsi male, ma quella è un’altra storia).

Prima però serviva un alibi; così ho convinto Paolo a spammare nella chat degli amici l’idea di fare una bella giornata in montagna con tutte le famiglie, in modo che sembrasse un’idea sua. Lui è un giudizioso ingegnere e a lui non lo prendono per pazzo.
L’idea è piaciuta e, a quel punto, toccava andare.
Mi trovo, quindi, alle nove manca poco di mattina in quel di San Rocco di Tretto (dove anni or sono si iniziò a fantasticar sull’altro sesso ad un camposcuola parrocchiale) assieme a Deadpool Andy, il mio amico Ultraman Stefano Death, Sam J e, appunto, Paolino a darsi un’unico obiettivo, migliorare il tempo di tre anni fa, quando affrontai proprio qui il mio primo trail.

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Il problema è che mi ricordavo di aver i messo 3 ore e venti. Ma di questo parleremo dopo.

Tre anni fa, appena dimagrito di dieci chili, partii in modo assolutamente criminale, correndo tutto il tragitto fino a che, sulla prima salita vera, quella del Brazome, non iniziai a sentire il gusto del sangue in gola ed il cuore che pulsava tra l’ugola e le tonsille. Quest’anno predico prudenza.
Andy però vola via chiacchierando, as usual. Sam J c’ha manco trent’anni, che ve lo dico a fa. Perfino Death ha propositi da suicidio sportivo e si invola. Rimango con un dubbioso Paolo, che morde il freno, ma decide, per fortuna sua (dopo) e mia (ora, che almeno ho compagnia) di fidarsi dei miei consigli.
In un biz siamo in Contrà Alba e via su per il Brazome. Giornata meravigliosa e panorama splendido.

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Dobbiamo arrivare in quella più lontana

Mi supera uno (Alessandro, se non ricordo male): “Sei Gae? Ti leggo sempre, fai troppo ridere” mi lascia e se ne va. Penso che al mio amico Alvin capita la stessa cosa, anche se di solito è lui che supera i suoi lettori, non il contrario.
Vabbè, speriamo che per loro sia almeno motivational.

Arrivati in cima c’è giusto il tempo di un bicchiere d’acqua e giù in discesa, lunga, sassosa e divertente. Almeno per noi, un po’ meno per la ragazza dai bei occhi blu che si dovrà fermare causa distorsione alla caviglia. Paolo, da buon stradista, continua a scandire tempi e proiezioni sul finale. Forse stiamo ancora sotto le tre ore.
Forse.
Tirata.
Ma forse anche no.
Affrontiamo le Creste, rassicuro Paolo che, secondo me, sono meno dure del Brazome, che in alcuni tratti spianano, altre volte addirittura scendono. Poi dalla cima si può sgasare di gusto.
Ah, cos’è la rimozione psicologica, signora mia, e dire che sono pure psicologo. Schei spesi a far studiare par gnente!
Io di solito le faccio alla TDH ed in allenamento TDH, sempre nell’altro senso, in teoria in discesa. E sono toste. Figuriamoci da questa parte. Fatto sta che subito cado. Poi sento gente che parla e dico che siamo quasi arrivati mentre mancano ancora un bel po’ di pontare mica da ridere. Vedo la luce spegnersi negli occhi del mio compagno di sventura. Dice che potrebbe cuocere una fetta di tagliata sui quadricipiti, poi una chianina, infine un pasto completo.
Io invece sto bene e adesso è il mio turno di dare il ritmo.
Tre anni fa tra la croce brutta del Summano e l’arrivo mi superavano anche i paralitici, oggi tocca correre. Forse stiamo ancora nelle tr… se, banane! Magari 3,10 invece il mio amico crampo mi viene a trovare poco prima della bella contrà Dalla Vecchia. Dovrò ben pensare a qualche cosa per sti benedetti crampi, però.
Per fortuna se ne va subito. Ultimo punto acqua e poi asfalto. Corricchiamo sereni con l’unico obiettivo di stare sotto le 3,20, tempo infimo di tre anni fa. Ultima curva e parte un’ovazione da stadio: la mia famiglia, quella di Paolo, Sam Senior con la sua e altri amici che hanno aderito all’iniziativa “Vieni ad aspettare gli amici scarsi” ci vedono da lontano e urlano come dei pazzi. Inutile dire che sono meglio del doping.
Con i bimbi che ci insultano per la nostra lentezza, corriamo a tagliare il nostro traguardo: 3,19. Beh dai, un po’ sono migliorato.

Invece no, tre anni fa avevo fatto 3,39, demente che non sono altro. Rimango scarso, ma io non ero mai migliorato fino ad ora, sempre un pochino peggio. Stavolta no, venti minuti in meno. Yeah!
E poi festa a gnocchi e birra fino a metà pomeriggio che, in fondo, la vera vittoria è essere riusciti a portare tutti qui.
E poi ormai conosco un sacco di gente, gli amici di RunningForum, i trailrunner vicentini, sembra una rimpatriata agostana.
“E quindi? Adesso solo gare corte?” Mi ha chiesto Remo prima di pranzare.
“L’idea è quella, ma mi sa che faccio parte dei gruppi whatsapp sbagliati”
Buon Ferragosto a tutti

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Nel frattempo, finché siete in ferie, fate un giretto su Occhio al Nikio, che lì al risultato ci teniamo davvero tanto

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